E’ consuetudine di molte Aziende effettuare regali ai propri Dipendenti in occasione delle festività natalizie.
Ebbene, pur trattandosi di beni di modico valore, quali ad esempio panettone, spumante o il classico “cesto” con bottiglie e prodotti alimentari, le norme fiscali affermano che devono concorrere alla formazione del reddito del lavoratore.
La norma dispone che concorrono alla formazione del reddito tutti i “valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro”.
Pertanto, tutte le erogazioni liberali concesse ai dipendenti e ai soggetti assimilati (es. collaboratori coordinati e continuativi come gli Amministratori) sono quindi assoggettate a tassazione.
In pratica tutto ciò cosa significa? L’Azienda deve seguire delle regole onde evitare contestazioni e permettere la deduzione fiscale dei tali costi dal proprio utile.
Innanzitutto, c’è una buona notizia ed è quella che esiste una franchigia, cioè un valore entro il quale le regalie non sono tassate.
Dal 2024 i valori entro i quali la tassazione è ZERO, sono:
– 1.000 euro per i Dipendenti senza figli a carico;
– 2.000 euro per i Dipendenti con figli a carico.
Se tali limiti vengono superati, quindi il regalo vale di più, il valore concorre a formare il reddito per l’intero e non solo per la parte eccedente.
In tali conteggi sono anche compresi i buoni acquisto concessi dall’impresa ai dipendenti (ad es. i Buoni carburante e i buoni acquisto del Welfare aziendale).
I buoni pasto, invece, inseriti in busta paga, non concorrono alla formazione del reddito dei beneficiari, né sono imponibili ai fini previdenziali, fino alla soglia massima di:
- 4 euro giornalieri, per i buoni pasto in formato cartaceo;
- 8 euro giornalieri, per i buoni pasto in formato elettronico.
L’Azienda dovrà quindi verificare, per ogni dipendente, l’ammontare ancora disponibile del suddetto limite (1.000 o 2.000 euro), tenendo un conteggio relativo ai Benefit concessi nel 2024 considerando anche l’auto concessa in uso promiscuo oppure il rimborso delle utenze domestiche di acqua, luce e gas e delle spese per l’affitto o gli interessi sul mutuo prima casa.
Un panettone da 10 euro o uno spumante da 20 euro potrebbero far saltare la soglia ed invece del regalo non tassato il Dipendente si troverebbe a pagare una maggiore Irpef!
Pertanto, essendo rilevazioni “contabili” da inserire nelle Buste Paga dei Dipendenti, anche per i regali di Natale, si dovrà valutare con il proprio Consulente del lavoro come inserire tali valori nei conteggi degli Stipendi del mese di Dicembre!
Per finire, attenzione anche alla deducibilità fiscale di tali spese: il costo sostenuto dal datore di lavoro per l’acquisto di beni da destinare in omaggio ai dipendenti ed assimilati come i collaboratori coordinati e continuativi, è, in linea generale, deducibile dal reddito d’impresa secondo le norme relative ai costi per le prestazioni di lavoro ma solo se si seguono le regole!